CIMITERO DELLE SPECIE ESTINTE
Ogni anno, a causa dell’impatto antropico e delle sue conseguenze, l’ecosistema perde milioni di animali, mettendo a rischio intere specie e compromettendo la biodiversità degli ambienti.
Per sensibilizzare su questo tema e educare al rispetto della natura, all’interno del bioparco ZOOM nasce il Cimitero delle Specie Estinte: una zona esperienziale dove conoscere animali che nel tempo sono stati spazzati via dall’impatto umano, per imparare dagli errori del passato e combattere per evitarli.
Il Cimitero è situato in Asia, tra l’Isola dei Gibboni e il Cortile Asiatico, per invitare a una riflessione dopo un momento di leggerezza circondati da pecore e caprette tibetane.
Gli animali estinti del Cimitero
All’interno del cimitero potrai imbatterti in diverse lapidi, appartenenti ad animali estinti diversi, che ti racconteranno la data e la causa dell’estinzione, oltre ad alcune curiosità per mantenere viva la conoscenza di queste specie.
Uccelli estinti
Gli uccelli presenti all’interno del Cimitero sono due: il dodo e l’alca impenne, rispettivamente un columbide e un alcide.
L’alca impenne viveva lungo le coste dell’Atlantico Settentrionale e del Mediterraneo Occidentale, si tratta di un uccello molto antico, con reperti risalenti a 100.000 anni fa e la cui estinzione è stata causata dalla caccia per carne, piume, uova e grasso e dalla riduzione di prede e territorio.
Il dodo, endemico delle isole Mauritius, è diventato col tempo il vero simbolo dell’estinzione: un uccello incapace di volare sparito in meno di 100 anni a causa di deforestazione, caccia e introduzione di predatori a lui sconosciuti, come i gatti.
Mammiferi estinti
Le rimanenti lapidi sono dedicate a mammiferi di terra e di mare estinti tra il 1600 e la fine del 1900.
Il leone berbero, il più grande fra tutti i leoni con un peso che poteva raggiungere i 360 kg, tipico del Nord Africa non ha mai avuto una vita facile: nel periodo dell’Impero Romano ogni anno venivano uccisi circa 5.000 esemplari durante le lotte nelle arene con i gladiatori. A causa del bracconaggio e della distruzione dell’habitat si è estinto definitivamente nel 1942.
Un’altra specie di animali estinta endemica del Nord Africa è quella dell’orso dell’Atlante. Unica specie di orso mai esistita in Africa, viveva sulla catena montuosa dell’Atlante, appunto, un tempo ricoperta da boschi di pini. La sua estinzione è avvenuta nel 1870 a causa della distruzione del’habitat e del bracconaggio.
Ultima specie africana presente nel Cimitero è quella del Quagga, una sorta di zebra con il corpo simile a quello di un asino. A causa della caccia e della distruzione degli habitat per creare dei pascoli, nel 1883 è avvenuto l’ultimo avvistamento dell’ultimo esemplare della specie. Non tutto è perduto, però, per questi animali: nel 1987 è nato The Quagga Project South Africa che attraverso incroci selettivi tra specie di zebra e studio del DNA di esemplari presenti nei musei intende ricrearlo.
Cambiando continente, l’Asia nel 1976 ha perso e la tigre di Giava. Si tratta della specie di animali presenti nel cimitero estinta più di recente.
Scomparsa a causa della colonizzazione, della deforestazione e del bracconaggio, la tigre di Giava ebbe un destino crudele: furono vittime della superstizione dei contadini locali che le vedevano come un flagello, arrivando ad avvelenarle in massa.
Nella lunga lista di animali estinti può sembrare strano ritrovare anche delle specie addomesticate. È però questo il caso dell’Uro, un bovino di enormi dimensioni distribuito in Europa, Asia e Africa che già dal 5000 a.C. vide l’inizio del proprio processo di addomesticazione.
Dopo quasi 7000 anni di collaborazione con l’uomo e infiniti incroci con altri bovini – tra cui gli zebù pakistani dando vita alla razza della fassona – l’uro andò diminuendo fino a scomparire nel 1627.
Un altro gigante buono scomparso, in questo caso dai mari, è la Ritina di Steller. Appartenente alla famiglia dei dugonghi, era conosciuta anche come “vacca di mare” per le sue grosse dimensioni e l’indole docile e navigava nel Mare di Bering, tra l’Alaska e la Siberia. Questo animale venne scoperto nel 1741 durante una spedizione e portato all’estinzione in meno di 30 anni attraverso la caccia per la carne e il grasso.
L’ultima lapide del Cimitero appartiene a un animale australiano: il tilacino. Già provato da caccia e bracconaggio, il tilacino ha visto la sua fine nel 1936 a causa dell’introduzione da parte dell’uomo dei dingo, cani selvatici con cui non poteva competere.
Nel 2008 però un gruppo di scienziati ha sequenziato il DNA di questa specie partendo da alcuni esemplari conservati in un museo, riaccendendo la speranza di poter ricreare questa specie e riportarla sulla Terra.